Arriviamo in extremis ad unirci al coro dei consigli estivi di lettura. Lo facciamo per non interrompere una piccola tradizione e per amore delle pagine che abbiamo amato. Arricchiamo l’elenco anche con le compere fatte e messe in valigia spiegando perché e per come abbiamo scelto questi libri.
Aspettiamo i vostri consigli, non siate timidi. Buona estate!
Pilastri dimenticati o Il Budda delle periferie di Hanif Kureishi
Capita di aver lasciato scivolare via uno di quei libri citati, apprezzati, consigliati ed è sempre una goduria iniziarlo con la quasi certezza che non ci deluderà. Così è stato per me e per le avventure di Karim, mezzo pakistano e mezzo londinese o entrambi o nessuna delle due. E no non ha deluso le aspettative perché racconta quello scollamento, déchirure per gli amici della francofonia letteraria, tra due culture o meglio tra il luogo d’origine della propria famiglia e quello che per i casi della vita sta stampato sul nostro documento. Karim ha un padre santone che fa della tradizione un feticcio per la sua nuova carriera da motivatore o personal coach mentre ama Eva e ha mollato la moglie a casa, che lo abbia fatto per amore o per un vezzo di rinascita. Karim ama Jamila, amica che non vuole piegarsi a quell’avanzo di tradizione – appunto – che la vuole maritata a un perfetto sconosciuto (poi neanche troppo lontano dai nostri “buoni partiti” o “bravi ragazzi” o “ragazzetti a modo” che dir si voglia) ma lo farà visti gli amorevoli ricatti di cui sono capaci le famiglie d’ogni latitudine. C’è il sesso da scoprire oltre l’ordinarietà, una mirabolante rissa con vibratore e lo sguardo di Karim sui radical annoiati o su un fratello elevato a dio del punk pop ed è questo sguardo il valore del tomo, un giudizio mentre si è giudicati o semplicemente un racconto del mondo nel tantativo di capirlo e capirsi.
Nella lista dello Strega, La Straniera di Claudia Durastanti
Il titolo del sacro Camus declinato al femminile poteva suscitare immediata antipatia o, al contrario, curiosità. Ma visto che l’autrice era già stata testata su altri fronti, anche quelli della traduzione, ha prevalso la curiosità. Ci sono molte “straneità” in queste pagine, quella geografica che divide la protagonista tra la Basilicata, New York e poi Roma e Londra. E quella di un linguaggio di pochi, della sordità di un padre e una madre che non si autorinchiudono nel confine di un’etichetta di mancanza.
L’altro confine del libro è quello di classe, dal quale – a volte – si esce attraverso il lavoro, che oggi spesso sta altrove. C’è un’identità che si crea e una patria che si fa evanescente oppure, anzi, a tratti si fortifica nella lontanza. Scrittura dosata che non eccede mettendo troppa autobiografia; è la storia dell’autrice e della sua famiglia ma riesce a rimanere aperta, accoglibile, universale. Ad essere riuscita anche se vuole essere, anche, un’autobiografia scritta a trent’anni o poco più.
È bello guardare le figure, Pigiama computer biscotti di Alberto Madrigal
È un tratto tenero, morbido, quello di Alberto Madrigal che poi quando colora è capace di moderni acquarelli. E tenera è anche la storia di un bambino in arrivo e della croce e delizia della propria passione come lavoro con partita iva, difficoltà, annessi e connessi. L’autore ci pone il dilemma, tutto personale ma anche di una generazione, di chi fa lavori diversi da quelli dei propri padri, alla ricerca di un equilibrio tra soddisfazione, soldi, tempo, futuro. Ma anche dilemmi più morali se così si può dire: quando ci si svende per lavorare? Dove sta il limite? Una bella matassa che però a volte si scioglie meglio di quanto crediamo. È un libro che dà un po’ di calore, di ottimismo, senza diventare la storiella banale con happy ending e frasi da fastidioso motivatore. Ah già le frasi, nei fumetti non ci sono mai parole fasulle, sopratutto il rapporto di coppia è ben realistico, tanto nei suoi affetti quanto nei suoi scazzi.
Nella valigia metto…
La versione di Barney di Mordecai Richler perché è un feticismo malsano. So che è un bel libro, l’ho comprato e l’ho tenuto scientemente chiuso in attesa di un momento di down letterario in cui sarei voluta andare a colpo sicuro. E forse è arrivato il momento di leggerlo, pensa te se alla fine mi delude.
The Black Album di Hanif Kureishi perché spero di ritrovarci un Karim un po’ cresciuto o qualche suo amico che gli somigli e perché me lo ha consigliato un amico che mi fa ridere.
Nel guscio di Ian Mc Ewan perché regalatomi da un’amica lettrice che raramente sbaglia dono. È un thrillerino con la chicca di essere narrato da un bebé nella pancia che nulla vede ma tutto sente. Sarà lui a raccontarci un orribile delitto ma anche come si vive nell’apnea di una placenta tra bicchieri di vino di troppo e genitori che si preannunciano problematici ancor prima di averli visti.
Le signore in nero di Madeleine St John perché volevo leggere una chiacchiera femminile e perché ogni testo ambientato nello scintillio passato di un grande magazino mi ricorda quanto avevo amato Paradiso delle signore di Zola. Ambientato negli anni ’50 promette di tenere compagnia con le storie di quattro donne che si guadagnano la propria indipendenza con il lavoro, come ancora è, come ancor più dovrebbe essere.
Il giro del mondo in 15 reportage perché in un’estate essenzialmente cittadina almeno si pensa a nuove future mete. E perché le belle illustrazioni sono di Vittorio Giacopini, scrittore in fase disegnante.
(Caterina @categrignani )
Molto mossi gli altri mari di Francesco Longo
Insolitissimo e direi unico rispetto a quanto letto di recente è questo piccolo notevole cantico dedicato al mare. Tra Roma e Santa Virginia si inseguono i capricci del vento, si studia il giro delle cose celesti osservandole col cannocchiale, si cavalca l’onda salina della tempesta sfidandola con una tavola da surf. Ci si ritrova cambiati, più grandi, con i ragazzi di fuori, che estate dopo estate hanno popolato le ville in cima alla scogliera portando dalla città musiche, mode, modi di parlare, e anche turbamenti e gelosie.
Ci sono amicizie salde e imperscrutabili, come quella del protagonista Michele con Guido, il più bello e ambito del gruppo, che a guardar bene ha più ombre che luci, e c’è in filigrana un bellissimo rapporto padre-figlio, fatto di silenzi e pedalate in bicicletta. C’è l’innamoramento di Michele per Micol, sofisticata e libera, e c’è il sentimento del tempo, che modifica le cose e consuma mobili da giardino, cordame, relazioni. Nonostante la lingua si faccia a volte inaspettatamente aulica il libro innamora, e persiste dopo chiuso con una voce che rumoreggia nella mente, «Micol, Micol».
Acqua di mare di Charles Simmons
«C’è qualcosa di meglio dello starsene col corpo in acqua e la mente in cielo?». Secondo me, leggere questo breve romanzo. Nella villa di Bone Point, sull’Atlantico, un ragazzo di quindici anni, suo padre e sua madre vengono travolti dalla personalità di due ospiti mentre trascorrono le vacanze. Le ospiti, madre e figlia, sono entrambe avvenenti, interessanti, e impossibili da ignorare. Nel rapido giro di 100 pagine ad alto tasso di tensione e di godimento estetico cresciamo, soffriamo e amiamo con l’adolescente Michael, che a un prezzo decisamente alto diventa adulto. Un’opera elegante e feroce che ho letto nella nuova traduzione di Tommaso Pincio per Sur.
Non è mica la vergine Maria di Feby Indirani
Ritorna l’estate e ritorna l’attenzione di add editore per i racconti esotici e colorati: questa volta ci spostiamo in Indonesia, dove un’autrice impegnata e un poco outsider decide di far calare il velo di acquiescenza con cui ancora oggi sono seguiti molti anacronistici precetti dell’islam. In un tourbillon di storie surreali e ironiche, dove buone credenti perdono il naso, animali proibiti vogliono convertirsi alla religione musulmana, e compagne premurose consigliano i mariti di aggiungere una fata al loro harem, Feby Indirani racconta e smaschera tutti gli eccessi del proprio mondo, scegliendo la forma narrativa e un tono lieve e favolistico per sensibilizzare la società. Irriverenti e parodiche, queste storie ci parlano di argomenti seri in maniera comica, avvicinandoci di un piccolo passo a realtà che riguardano tutti.
Rock Lit di Liborio Conca
Compendio che vuole unire in una mappatura del cuore le grandi figure del rock alle loro radici letterarie: come si influenzano rock e letteratura, e, soprattutto, sono così diversi?In una godibilissima dissertazione che tocca personaggi, luoghi e ispirazioni del rock nominando titoli, dischi e influenze di band e cantautori, con un’attenta documentazione sempre brillante rispetto agli scrittori e alle influenze letterarie, Liborio Conca ci accompagna in un viaggio esperienziale di grande intrattenimento, anche grazie alla moltiplicazione del dialogo attraverso un apparato di note che strizzano l’occhio al lettore. Una vera perla per gli appassionati di musica, da sfogliare sulla sabbia, mentre qualcuno, ai margini del gruppo, si appresta ad accordare la chitarra.
Nella valigia metto…
La fine dell’estate di Serena Patrignanelli. Si sa che prima o poi finirà. Ho questo libro tra quelli in attesa di essere letti dai primi dell’estate, diciamo da quando l’estate era ancora un accenno, un inizio, un sospetto. Quale momento migliore, per addentrarsi nella storia di due ragazzini e del loro scontro/incontro con la vita vera, che il culmine di agosto? Dell’autrice sappiamo che è una menzione speciale del Calvino 2017, e che questo è il suo romanzo di esordio.
Resoconto di Rachel Cusk. Il New York Times dice di lui: «Rarefatto e intelligente […] Non accade nulla, in questo romanzo, eppure accade di tutto». Oltre ad aver corteggiato questo libro lungamente, so che è un romanzo corale, che è ambientato in Grecia, che ha per protagonista una scrittrice, e che in esso hanno un peso preponderante le conversazioni, i dialoghi, le digressioni, lo spazio del ricordo e l’imperfezione. Inoltre in copertina c’è una ragazza in t-shirt, di spalle contro un orizzonte pastello: non vedo di cos’altro ho bisogno.
La straniera di Claudia Durastanti. Me lo attenziona un’amica scrittrice, lo vedo qui sopra nei consigli di Caterina: dal momento che mi fido del gusto di entrambe mi sembra ovvio che debba leggerlo.
(Teodora @tea_dmn)